Conoscere la Sindrome metabolica

Considerazioni sulla campagna di prevenzione a cura del Comitato Scientifico del Fondo Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa Sanpaolo

La sindrome metabolica (chiamata anche “sindrome x”) è una condizione in cui coesistono diverse anomalie del metabolismo che hanno come risultato finale quello di aumentare notevolmente il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e forme conclamate di diabete mellito. È una condizione clinica che colpisce circa la metà della popolazione di età tra i 40 e 70 anni e la sua incidenza è in costante aumento.

Chi è affetto da questa sindrome presenta un rischio di sviluppare patologie cardiovascolari tre volte maggiore e il diabete cinque volte maggiore.

Per rischio cardiovascolare intendiamo una condizione con elevata possibilità di insorgenza di patologie a carico del cuore e dei vasi sanguigni, possibilità che aumenta in base alla presenza di più fattori di rischio e/o predisponenti. Possono verificarsi ictus e infarti cerebrali, emorragie cerebrali, TIA (attacchi ischemici transitori), grave aterosclerosi dei vasi sanguigni principali (aorta e grandi vasi arteriosi) con formazioni di placche, di trombi, di emboli, di fissurazioni o dissecazioni.

Il diabete è invece una patologia cronica caratterizzata dall’incapacità dell’organismo di produrre o di utilizzare l’insulina, ormone che controlla il tasso di zuccheri nel sangue.

Tale condizione cronica porta nel tempo a complicanze con danni ad apparati e a organi. Tra le complicanze più importanti, quelle a carico del microcircolo con interessamento di arteriole e capillari. Gli organi colpiti sono l’occhio (retinopatia diabetica), il rene (nefropatia diabetica), il sistema nervoso periferico (neuropatia diabetica).

Possono risultare anche complicanze a carico del macrocircolo con interessamento dei vasi sanguigni di medio e grande calibro (coronarie e aorta). Il grande rischio deriva dal fatto che la sindrome metabolica ha un’elevata possibilità di sviluppare complicanze cardiovascolari e diabete, pur non presentando inizialmente importanti sintomi che, quando compaiono, rivelano la presenza già di complicanze.

Altre condizioni patologiche possono presentarsi nel tempo nei soggetti con sindrome metabolica:

  • iperuricemia, cioè elevato valore di acidi urici nel sangue (la gotta) causa o conseguenza di insufficienza renale, di cardiopatie, di artriti;
  • la steatosi epatica (in gergo fegato grasso) con il rischio di gravi insufficienze epatiche, legato all’aumento dei trigliceridi.

La cura della sindrome metabolica si basa sulla terapia delle complicanze; la prevenzione si basa sull’adozione di modifiche sostanziali dello stile di vita e dell’alimentazione. È fondamentale:

  1. mantenere un peso forma, evitando sovrappeso o peggio obesità (prevenire l’accumulo di grassi soprattutto a livello addominale);
  2. svolgere regolare attività fisica, per aumentare il dispendio calorico (bruciare i grassi) favorendo l’utilizzo del glucosio da parte dei muscoli e riducendo la pressione sanguigna;
  3. favorire una dieta bilanciata con cibi e bevande non eccessivamente calorici.

Dobbiamo ricordare che non solo in caso di obesità, ma anche in caso di sovrappeso, vengono rilasciati in circolo grandi quantità di acidi grassi liberi che stimolano la produzione e il rilascio di glucosio, di trigliceridi e colesterolo LDL (cattivo). A sua volta l’aumento di glucosio e acidi grassi stimola il pancreas ad aumentare la secrezione di insulina che provoca ipertensione e uno stato pro-infiammatorio. Inoltre, le sostanze infiammatorie (dette citochine) stimolano la produzione di fibrinogeno ed altri fattori protrombotici.

Da un meccanismo iniziale nasce una cascata di conseguenze biochimiche e metaboliche che a loro volta con effetto di feedback innescano e stimolano la formazione di un pesante circolo vizioso.

Riassumendo: sovrappeso, dislipidemia, diabete, ma anche sedentarietà ed età (il nostro metabolismo rallenta) sono le situazioni da tenere presente nella valutazione del rischio metabolico.

La diagnosi e i criteri diagnostici da seguire per identificare una sindrome metabolica sono classicamente identificati in due punti:

  1. l’anamnesi, cioè un colloquio medico-paziente che permette la ricostruzione della storia clinica personale e familiare;
  2. l’esame obiettivo, che permette al medico di riconoscere segni oggettivi e soggettivi del paziente.

Queste due procedure devono essere supportate da una serie di esami di laboratorio mirati, da sottoporre al medico di riferimento o di fiducia, qui di seguito elencati e che costituiscono il “pacchetto prevenzione” associato a questa campagna:

  • Creatinina
  • Glicemia
  • Emoglobina glicata
  • Gamma GT
  • SGOT
  • Colesterolo HDL
  • Colesterolo LDL
  • Colesterolo
  • Trigliceridi
  • Uricemia
  • Emocromo
  • Elettroforesi
  • Fibrinogeno
  • Tempo di protrombina parziale (PTT)
  • Tempo di protrombina (PT)
  • Insulinemia
  • TSH

I suddetti esami permettono di intercettare una serie di importanti patologie, quali:

  • patologie del sangue (leucemie, anemie, ecc)
  • diabete
  • patologie metaboliche
  • patologie del fegato (epatiche)
  • patologie renali
  • patologie cardiovascolari
  • gotta