Intervento a cura del Prof. Pierangelo Belloli, Presidente del Comitato Scientifico e componente del Consiglio di Amministrazione del Fondo.
La vitamina D è, per eccellenza, la vitamina deputata sia all’assorbimento del calcio nell’intestino, sia ai processi di rimodellamento osseo.
Una sua carenza, frequente sino a qualche decennio fa specialmente nei Paesi nordici che per diversi mesi all’anno hanno poco sole, portava ad una caratteristica malattia infantile: il rachitismo, nella quale l’osso mal mineralizzato va incontro a tipica deformità.
La D è l’unica vitamina che non siamo necessariamente costretti ad assumere con l’alimentazione; tra l’altro è poco presente negli alimenti. Piccole quantità di questa vitamina si ritrovano nel tuorlo d’uovo, in alcuni pesci grassi quali tonno, sgombri, arringhe. Siamo infatti capaci di sintetizzarla, perché si forma nella pelle grazie ai raggi ultravioletti della luce solare.
La vitamina D così prodotta si accumula nel tessuto adiposo soprattutto nei mesi estivi e diviene riserva anche per il periodo invernale. In quei soggetti che escono poco e che lo fanno molto coperti, come accade agli anziani, è indicata l’assunzione di supplementi di vitamina D, attraverso integratori di diffusione comune.
Rimane apprezzabile il consiglio dei nostri nonni, di grande buon senso: mangia poco, ma di tutto (compreso latte e derivati) muoviti e fai attività fisica, stai all’aria aperta e al sole. È senza dubbio molto più utile per la salute, anche per quella dell’osso, di tanti calcoli sui milligrammi di calcio e sulle unità di vitamina D.